Ogni sfida ci porta un dono

Oggi prendo spunto dal passaggio di un libro che sto leggendo, si chiama segnali di luce, nel quale si parla di un concetto che trovo interessante e che mi risuona, e cioè di come dietro ogni rapporto e ogni esperienza, a prescindere che siano da noi giudicate positive o negative, vi sia un dono. Un dono per l’anima, un dono per la nostra vera essenza, un dono per il nostro cammino. Un dono da scoprire. Nel libro dicono che per poter integrare davvero un’esperienza, e quindi anche lasciar andare quello che chiamano il “timbro energetico” (karma), ci serve prima scoprire qual’è il dono che si cela dietro l’esperienza stessa.

Ho sentito profondamente risuonare in me questa idea. Mi rendo conto che man mano che l’energia del pianeta cambia, tutto accelera, anche le sfide, e le cadute, di molti. Non è una passeggiata per nessuno reggere queste nuove frequenze. Però quando leggo alcune nuove informazioni, mi rendo conto che ci stanno dando degli strumenti adeguati ai tempi che viviamo. Nelle informazioni canalizzate “loro” la fanno semplice, ci onorano, ci festeggiano e ci celebrano, dicono che noi che siamo in un corpo adesso stiamo facendo il lavoro più importante, più onorevole e sacro.

Certo quello che raffigurano loro è come un bellissimo quadro, pieno di colori, con un sacco di scene, un sacco di azione, e raccontato nei libri ci da quella energia stupenda poiché vedere il quadro nella sua interezza è sempre meraviglioso, da una sensazione di grande pace e completezza.

Poi però immergersi nel quadro, in tre dimensioni, partecipare a quell’azione, diventare i colori, diventare le sfumature, è tutt’altra faccenda. Dentro il quadro non c’è una visione d’insieme, questo è il fatto. A volte quasi mi arrabbio con le entità che danno le informazioni canalizzate, perchè penso “ehi ma parli bene tu da lassù dove si sta bene, ok ho scelto io il viaggio ma… hai voglia di onorare e celebrare… vieni qua giù e poi ne riparliamo….” e ovviamente mi ritrovo a ridere perchè so come “loro” apprezzino quando qualcuno si arrabbia, celebrano e festeggiano ancora di più secondo me.

 

Poi penso alle informazioni che ci danno, ad alcuni strumenti che ci passano, che ci lanciano con amore dall’altra parte del muro. E mi dico che noi con loro stiamo creando proprio qualcosa di meraviglioso.

Ritornando al discorso del dono. Il dono in effetti cos’è? Per sua stessa natura è qualcosa che ognuno vorrebbe ricevere. Il dono sotteso da un’esperienza quindi è un regalo del grande Sè al piccolo sé. Vedo la questione come a… livelli differenti. Una parte della verità è che esiste un karma, che a una azione corrisponde una reazione e che quindi una programmazione della nostra realtà da azioni passate e da vite precedenti influenza gli eventi, le coincidenze e gli incontri della nostra vita. E questo presentato in tal modo è un dato di fatto neutrale, direi. Ma su un livello differente c’è una grande lezione da imparare. Siamo ad una scuola dell’ascensione dove le lezioni sono sempre più raffinate, è una grande scuola dove c’è chi fa già l’università, altri stanno alle medie, qualcuno alle lezioni elementari, ma non importa perchè stiamo cooperando e anche chi sta prendendosi il master può aiutare in brevissimo tempo altri umani ancora alle prime armi, ma volenterosi, ad arrivare in men che non si dica alla tesi di laurea. E quindi la lezione da imparare insita nell’esperienza è qualcosa che ci arricchisce molto, dal punto di vista animico ma anche umano ovviamente.

E questi sono concetti meravigliosi. Ma il dono è un ulteriore aspetto della realtà visto da un altro degli infiniti punti di vista multidimensionali! Il dono è come se fosse il premio per il lavoro svolto, per lo studio intenso fatto di errori, cadute, scoraggiamenti, tentativi. Lavori per ore, per vite intere ad un progetto, per imparare a creare in fondo, su un particolare tema. A volte ci tocca ricominciare da capo, perchè la strada presa non ha portato un innalzamento di frequenza, ma va bene così, è un gioco oltre ad essere una scuola, quindi gli errori non solo sono concessi ma sono addirittura vitali e fondamentali. Poi a noi segnarli, annotarli meticolosamente sul nostro taquino degli appunti, per poi andare a ricercarli e non commetterli ancora ma… spesso quel quadernino degli appunti è così pieno di informazioni, che a volte ci sfugge l’appunto che ci serviva in quella determinata situazione già vista, già affrontata. E vabè. C’è tempo per rileggersi gli appunti e riordinarli. In questa vita o tra una vita e l’altra.

L’idea che alla fine di un ciclo di lezioni, per passare a lezioni successive ci sia un fantastico dono da trovare, porta una luce ristoratrice anche nelle sfide più ardue, che ci appaiono maggiormente drammatiche. L’idea dello studio delle lezioni è intrigante, anche se reca con sè un carico di grande impegno e applicazione e un po’ di fatica (io l’ho sicuramente reso così nella precedente descrizione, ma probabilmente perchè io stesso fatico ancora a vedere in ogni esperienza un dono fatto da me stesso a me stesso, una parte di me ancora è agganciata all’idea che la fatica sia necessaria, e ok piano piano de-programmerò questa credenza). Ma il dono è quell’aspetto che a mio avviso arriva quasi come premio. Quasi un modo per congratularci con noi stessi. Qualcosa che sta li, un balzo nelle nostre frequenze, un accrescimento interiore che era stato posizionato in quel punto, splendente per chi prova a guardare in quella direzione. Un regalo prezioso per l’anima e per la nostra crescita interiore che ci piacerà sicuramente tantissimo, poiché è un regalo incartato e posizionato con cura da noi stessi, e come potremmo noi stessi farci un regalo a noi non gradito? Non ha senso!

Come ogni aspetto della realtà maggiormente raffinato, e credo che ce ne stiano dando di sempre più pregiati man mano che andiamo avanti, se uno si focalizza su di esso, probabilmente il suo percorso diventa più efficace. Più diretto. Sapere che esiste un karma è un modo per fare i primi apprendimenti, come un bambino a cui un genitore dice: ehi, questo non si fa che ti fai male… e perchè? Perchè lo dice Papà. Ok, per un bambino ci sta che non gli vengano date troppe spiegazioni, non le capirebbe. All’adolescente si può forse spiegare che c’è una lezione importante, che sarà più bravo, più capace, più abile se resta nella sfida, fino a diventare un maestro. E allora poi come fa un adulto che ha già ottenuto la maestria su molti temi di vita, a trovare un ulteriore motivazione, un focus più potente, un traguardo più allettante per comprendere la propria realtà?

Ogni sfida porta un dono. E se nell’esperienza dell’ascensione acquisiamo sempre maggiore apprezzamento per la semplicità, fin quasi a tornare bambini, quale stimolo più affascinante per portare avanti la sfida del momento, di un bel regalo da scartare?

Ognuno ha la propria sensibilità. Vedere un dono da noi a noi in ogni sfida, il regalo del “Dio dentro” che conosce più di ogni altro i nostri desideri, lo trovo molto bello e appropriato. Il dono di scoprire un altro piccolo tassello della nostra divinità interiore. E a dispetto dell’immagine un po’ infantile che mi è venuta da dipingere, lo trovo anche molto potente.

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