L’importanza della costanza con yoga e meditazione

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La costanza è una qualità importante per qualsiasi attività o obiettivo che ci si prefigge. Credo che sia impegnativo esserlo, essere costanti. Ma è molto impegnativo e spesso richiede molti tentativi, anche trovare qualcosa che ci piaccia, che ci risuona particolarmente, un’attività che ci appassiona, o che ci fa stare bene; insomma ha un senso dare il giusto valore a qualsiasi cosa entri in contatto con noi nella nostra vita che soddisfi un qualche nostro desiderio profondo. In qualsiasi ambito questo ragionamento è valido secondo me: sul lavoro, su una passione creativa, nelle relazioni umane, nella salute. Se qualcosa funziona, ci da gioia, appagamento, e insomma ci piace e ci fa stare bene, allora ha senso impegnarci e mettere in questo la nostra piena energia, in tutti i sensi. Naturalmente con la consapevolezza che siamo in continuo mutamento, e quindi che ciò che oggi ha senso, domani potrebbe pian piano perderlo ed essere salutato con grande pace. Però quando lo troviamo, quel qualcosa, e ci rendiamo conto che è giusto per noi nel presente, allora entra in gioco la costanza.

Molto spesso capita che qualcosa che si manifesta nella nostra vita di estremamente adatto a noi, per qualsivoglia motivo, ce lo lasciamo scappare. E questo a mio avviso, e per mia esperienza ed errore in prima persona, vale naturalmente anche per la pratica dello yoga, e della meditazione più in generale. Ben lungi dal prendere posizioni rigide, o integraliste, che non sono mai state parte di me, posso dire che lo yoga, e lo yoga kundalini che insegno in particolare, non sono una disciplina per tutti. Sul serio, se non risuona, meglio lasciar perdere. Se quel tipo di movimento fisico e quello stile di meditazione non ci fanno effetto, allora non fa per noi e nel cammino per il benessere e l’evoluzione interiore apparirà nella nostra vita un’altra disciplina, insegnamento, tecnica o pratica adatta. Semplicemente la attireremo, per vibrazione. Se abbiamo iniziato la ricerca, e troviamo qualcosa che non fa proprio per noi, se proseguiamo la ricerca di un sentiero adatto, stiamo certi che l’universo ce lo invierà, o meglio il nostro intento manifesterà la realtà più adatta a noi.

Ma se invece lo abbiamo trovato, se lo yoga ci risuona e ci da effettivamente quel benessere, quella energia tutta particolare, praticandolo ci sentiamo connessi e quando finiamo una lezione di yoga o una sessione di meditazione sentiamo corpo e mente in pace, più in equilibrio… allora, a mio avviso è richiesto uno sforzo di costanza. La tecnica la abbiamo trovata, può essere un acceleratore verso un’ulteriore realizzazione di noi stessi, oppure possiamo considerarla un ancora di salvezza in un periodo difficile. A prescindere da cosa ci fa scattare dentro, se lo fa, allora non mollare è fondamentale. E’ un errore classico, lo fanno quasi tutti. Inizio a fare yoga, mi fa star bene, inizio anche a meditare a casa, e sto ancora meglio, poi dopo un po’ di tempo, qualche mese, un anno… arriva qualcosa che ci spinge a modificare l’equilibrio trovato. Può essere che la nostra vitalità ci aiuta ad attrarre maggiore lavoro, o un nuovo lavoro più appagante, e quindi più impegni. Può darsi che ci sentiamo talmente bene con noi stessi, che le persone intorno a noi se ne accorgono, e iniziamo una nuova relazione d’amore, appagante e passionale. Una maggiore realizzazione di sé è naturale ed è un processo tipico di chi inizia a portare equilibrio in primis in corpo e mente: la vita risponde, attiriamo situazioni adatte a noi, e questo passaggio a mio avviso è delicato. Potrebbe darsi che tutte le belle novità ci portino a dire: “bhe ora molte cose vanno bene, ho meno tempo per fare yoga e meditare…” oppure “non ho più bisogno di fare yoga”. Nessuno intende dire che non si possa cambiare la propria pratica di consapevolezza, passare dallo yoga al tai chi ad esempio, oppure instaurare una pratica meditativa quotidiana che ci fa stare bene e quindi sentire meno bisogno di fare yoga in gruppo. Sto parlando di quando yoga o meditazione di qualsiasi genere, ci portano a migliorarci interiormente, quindi a manifestare un miglioramento esteriore nella vita che è riflesso di quello interiore, e allora molliamo. Allora torniamo al focus esclusivamente esteriore e “mondano”, passatemi il termine, sulla nostra vita. D’improvviso gli aspetti interiori di noi, che possiamo dire abbiamo considerato per avere un miglioramento della nostra vita o del nostro stato di salute, nuovamente passano in secondo piano.

Il discorso a mio parere vale anche quando abbiamo iniziato per far fronte a motivi di salute, a un disequilibrio interiore, a un momento della vita particolarmente drammatico. Se lo yoga ci sta facendo ottenere risultati di benessere “tangibili”, allora un classico errore potrebbe essere non essere costanti. Ok qui magari è più complicato, ma.. Ci sta facendo stare bene? La nostra vita è ancora un caos, ok, ma queste tecniche ci stanno portando un bello spiraglio di luce? Allora forse vale la pena aggrapparsi, ebbene si, come ancora di salvezza, se al momento ci serve questo! Perché no? Se per noi funziona, allora si che yoga o meditazione diventano sacre, ma non perché qualcuno lo ha detto, ma perché lo sono per noi stessi, per la salute e l’equilibrio ritrovato o anche solo visibile all’orizzonte: esiste forse qualcosa di più sacro di quella pace interiore ritrovata o consolidata?

In nessuno dei due casi che mi sono venuti in mente qui (si potrebbero fare vari esempi), la costanza è cosa facile. Molte gioie, o condizioni drammatiche, distolgono l’attenzione. Ma lo yoga, in quel momento di connessione, e di benessere, la strada ce la sta davvero illuminando. E’ forte, è un bel flusso di energia potente, non è solo un adesivo con lo smile sulla maglietta che può farci venire un attimo di buon umore: è un’energia potente che ci fa vedere, toccare con mano i nostri potenziali di vitalità. E’ tangibile, e ogni volta alla fine della pratica, alla fine della lezione, lo sappiamo, ogni volta ce lo diciamo. Si, lo yoga mi sta aiutando. La meditazione mi sta servendo. Qui e ora mi sento bene. Ok. Allora forse abbiamo trovato un salvagente in un mare in tempesta, o una gallina dalle uova d’oro in una già armoniosa fattoria. Rendere preziosa questa tecnica, sta solo a noi. Sennò sarebbe un miracolo, non avrebbe nemmeno senso, se bastasse un click e tutto si risolve. Non succede. Qui solo noi siamo responsabili di noi stessi, sta solo a noi tirare la corda del salvagente per risalire a bordo; proteggere ed accudire la gallina affinchè continui a fare le sue uova tanto preziose. Come un fiore meraviglioso, anche la meditazione e lo yoga hanno bisogno di amore, nutrimento e attenzione, per sbocciare. E la nostra costanza fa davvero la differenza.

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