L’energia della parola e l’energia dell’intento

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Tutto è energia. L’universo, se considerato come un grande tessuto multidimensionale di coscienza vivente, comporta che qualsiasi cosa ha una sua energia: qualsiasi cosa che riusciamo a fare, a pensare, a immaginare, e anche qualsiasi cosa che esista nonostante la nostra mente non sia in grado di elaborarlo.

Ecco che anche la comunicazione ha energia, e in particolare la capacità umana di esprimere sotto forma di suono, sotto forma di parola, ciò che succede dentro di sè. Insomma il verbo, il parlare, ciò che noi diciamo, rilascia un’energia che va a modificare il mondo.

Perchè in tutte le tradizioni spirituali, in tutte le religioni, viene data così importanza al “verbalizzare” una preghiera? Perchè le persone più sagge parlano sempre poco e dosano ogni parola? Perchè leggere una sacra scrittura, Bibbia compresa, aveva un significato mistico e di elevazione spirituale? Proprio perchè la parola espressa, anche scritta, ha un suo potere. Che poi è l’espressione del Nostro, di potere.

La nostra capacità di creare la realtà, di creare gli eventi, le coincidenze, le opportunità, a partire da intento, desiderio e pensiero, si può esprimere in tanti modi. Uno strumento è proprio il verbalizzare. Quando un intento è chiaro, la direzione presa è ben chiara nella nostra anima, ed iniziamo a “vibrare” nella frequenza che poi realizzerà con gli eventi ciò che dentro sentiamo come appropriato, bhe in questo caso la parola ha un potere enorme, di grande supporto. E’ un catalizzatore, un facilitatore, un moltiplicatore di intento.

In molte tradizioni si utilizza la preghiera, il mantra, l’affermazione. In realtà quando diciamo davanti allo specchio di volere qualcosa, a voce alta, stiamo rendendo più stabile il flusso creativo che rilasciamo già solo con l’intento profondo.

Se lo comunichiamo ad altri, la cosa è ulteriormente amplificata: l’altro metterà in qualche modo una sua energia, con questo non intendo dire che se dico qualcosa a qualcuno, se gli comunico un mio desiderio, una mia intenzione, un nuovo progetto importante, l’altro allora ha il potere di “portarmi sfortuna o sfortuna”. Assolutamente no.

Ognuno ha in mano il suo potere, anche il potere della parola espressa, e solo lui stesso ne è responsabile. Però è vero che parlando ad altri, comunichiamo loro il nostro intento, ed attiviamo la loro stessa energia in relazione alla questione. E questo potrebbe essere per noi un catalizzatore anch’esso, un facilitatore, della realizzazione dell’intento. Se per esempio comunichiamo un nostro progetto a qualcuno che ha il profondo desiderio interiore di vederci elevati dal punto di vista interiore, spirituale, di crescita ed evoluzione, che insomma magari provi affetto per noi e che in linea con questo affetto ci sia anche il desiderio di crescita in relazione a noi, in tal caso questa comunicazione potrebbe attivare un energia “facilitatrice”. Il parlarne con questa persona, o all’interno di un gruppo di condivisione ad esempio, potrebbe aiutarci ad andare nella direzione giusta al di là del parere di quella persona o di quel gruppo: semplicemente perchè entrano in gioco energie di altri che “facilitano” il processo di realizzazione del nostro intento. Spesso si attivano proprio delle occasioni parlando, anche dal punto di vista di causa ed effetto: comunicando con qualcuno che ha a cuore la realizzazione del nostro intento profondo, salta fuori che quella persona o altri da lui stesso conosciuti, potrebbero in qualche modo aiutarci anche praticamente.

Ma al di là di come poi avviene questo processo, è fondamentalmente l’energia che si è attivata, ed “accelera” il processo di manifestazione della realtà. Che poi subito scaturisca la frase “ehi ti posso aiutare!”, o che semplicemente ci sia un’energia di sostegno e non arriverà mai un aiuto concreto da quella persona, non ha importanza. Ma non è quella persona che “fa realizzare il nostro intento”. Siamo sempre e solo noi stessi, nella nostra connessione con la nostra anima.

Inoltre esprimere con altri un intento a parole, rafforza la volontà profonda alla base di esso: mi sono in qualche modo esposto, ora la mia intenzione non è solo nella mia testa, ma bensì è stata verbalizzata, espressa, comunicata, ed è parte in qualche modo del mio mondo esterno.

Questo crea un ulteriore impegno con noi stessi, e qui attenzione a non voler poi solo compiacere le aspettative altrui, che possono pure aiutarci all’inizio, può aiutarci “non voler fare brutta figura”, non voler “peggiorare” la nostra reputazione, ma solo fino ad un certo punto, solo se gli altri sono davvero in linea con l’inento della nostra realizzazione, e non hanno secondi fini. Quando la reputazione e il non deludere le aspettative degli altri diventa un’ossessione, e condiziona le nostre scelte autentiche, si va nella “vecchia energia” dei condizionamenti interpresonali.

Questo fatto del potere della parola data vale anche se abbiamo solo detto ad un amico di un nostro progetto: averlo verbalizzato ha attivato il processo di manifestazione. L’universo (ovvero noi stessi, la nostra energia creativa), ha messo in moto il meccanismo che, non sappiamo come e quando, porterà a un concretizzarsi di quell’intento. Stesso discorso si potrebbe fare con l’impegno preso, con la parola che abbiamo dato, con il nostro impegno preso a parole e quindi definito: aggirare l’impegno, rimandarlo, annullarlo o non portarlo a termine, se era stato espresso a parole, comporta delle conseguenze energetiche. Questo non vuole dire che non possiamo mai cambiare idea, che non può succedere un imprevisto, che non può capitare di prendere un impegno fuori dalle nostre reali possibilità. Però se dietro c’è una coerenza con noi stessi! E comunque è bene essere consapevoli che se non rispettiamo un impegno preso, verbalizzato, questo porta delle conseguenze nella nostra realtà. Semplicemente perchè il meccanismo creativo che avrebbe portato alla manifestazione di quella cosa, si era attivato. Se coinvolgo gli altri, con una parola data in relazione ad un mio impegno a fare qualcosa, a quel punto li “fare il pacco”, non rispettare gli accordi presi, imbrogliare in qualche modo più o meno conscio, aggirare la resposabilità derivante all’impegno, o non rispttarne le condizioni, ha delle conseguenze per noi. Che non comportano un giudizio. Mai. Solo conseguenze energetiche. Che fondamentalmente creiamo, come sempre, noi.

In qualche modo creiamo una piccola frattura, una piccola deviazione di energia creativa, poichè ad un certo punto, quando iniziamo a pensare o ad agire verso una elusione dell’impegno preso, la direzione del nostro intento interiore non è più allineata con la nostra precedente parola, e quindi con il nostro precedente intento. Se avevamo dato la nostra parola solo per far contento qualcuno, o per paura, o per la voglia frettolosa di risolvere una questione, o per semplice mancata valutazione appropriata, è la stessa cosa. Abbiamo preso aglio per cipolla. Abbiamo espresso una parola che al momento stesso in cui è stata espressa, significava qualcosa di diverso interiormente, per noi.

Se dico: ” verrò alla tua festa di compleanno”, ma solo per far star buono sul momento un amico, l’intento di andare alla festa è separato dal mio vero intento interiore. E questo comporta che ci sono due flussi di energia differenti, attivati nel nostro mondo, in contrasto tra loro: vengo perchè ti voglio bene, intento di amare e provare insieme un’esperienza gioiosa. Intento celato in noi: non verrò per… qualsiasi motivo: non ho tempo, non ho voglia, non trovo il tempo, devo lavorare, sto male… qualsiasi cosa. Non ha importanza. Si crea la frattura di intento, e questo ha semplicemente conseguenze. Poi a noi valutare quando e quanto queste conseguenze siano di volta in volta determinanti o meno per la nostra vita. Dal famoso pacco al nostro amico, potrebbe semplicemente scaturire un allontanamento, magari anche solo temporaneo, magari senza che nessuno dei due capisca bene cosa succeda: solo mi sono allontanato. Era l’energia dissonante di quella questione, che ha portato alla distanza, alla imprecettibile frattura. Si perchè l’energia come unisce situazioni sulla stessa frequenza, sulla stessa lunghezza d’onda, può anche allontanare. E questo va anche bene, fa parte dell’esperienza di capire come noi stessi muoviamo il meccanismo che manifesta la nostra vita. Ma credo che essere consapevoli che più siamo autentici e coerenti con il nostro intento profondo, e più la nostra “creazione” della nostra vita fluisce, sia importante. Anche nella parola che pronunciamo.

 

 

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