L’arte del lasciar andare. Relazioni d’amore

Piccolo esperimento letterario. Non mi ero accorto che evidentemente avevo un pò da dire su questo argomento, e visto che mi sono ripromesso di scrivere articoli più snelli, ho deciso di suddividere in due parti l’argomento “arte del lasciar andare”: una parte riguardo le relazioni, una parte riguardo l’ambito lavorativo. Sulla prima parte, in ambito relazionale, credo di avere qualche informazione maggiormente consolidata dalla mia esperienza. La seconda parte, racconta di un mio attuale esperimento di auto osservazione, quindi non rispondo di persone, animali o entità disincarnate che dovessero fare scelte azzardate in ambito lavorativo seguendo i miei ragionamenti “pionieristici” (o deliranti che dir si voglia). Quindi buona lettura di questo primo articolo, e per il successivo alla settimana prossima.

L’arte del lasciar andare. Non è facile impararla. Anzi è più corretto dire che siamo qui proprio per apprenderla.

Alleggerirci delle situazioni che non funzionano, e delle situazioni che ci appesantiscono, è il primo passo per incontrare davvero qualcosa (o qualcuno) che funziona per noi.

Ad esempio, restare attaccati al ricordo di una relazione ormai conclusa, il classico “ricordo dell’ex” sul quale ci crogioliamo, parlare spesso con amici e conoscenti del “come sarebbe potuta andare” o del “se solo avessi fatto questo o quello”, e nel frattempo sperare di trovare un nuovo amore in una nuova relazione, è energeticamente (quasi) un controsenso. Non che ci sia fretta, ogni cosa ha il proprio tempo di elaborazione interiore. Se oltre al ricordo si mantiene un qualche tipo di relazione nostalgica, un’amicizia per la quale nessuno dei due in realtà è pronto, o addirittura il tipico rapporto “quando ci sentiamo soli ci vediamo e lo facciamo”, stiamo mantenendo la nostra energia ancorata a quella persona, stiamo alimentando il gancio emotivo e quindi energetico che ci lega a qualcosa del nostro passato che ormai non ci serve più.

Razionalmente, abbiamo deciso di lasciarcelo alle spalle. Ma poi con le azioni, con le parole, e quindi anche emotivamente, di fatto non abbiamo preso alcuna decisione. Non dal punto di vista energetico, non dal punto di vista di come creiamo la nostra realtà. Quando creiamo la realtà i pensieri hanno poca energia, poco potere creativo, in realtà. Pensare “ok ora questa relazione finisce”, dirselo e lasciarsi, ma poi coi fatti o anche solo con le parole rimanere ancora li, credo metta un bel freno alla creazione di qualcosa di nuovo. Come agiamo, come parliamo, quello si che ha un potere. Restare poi ancora legati sessualmente, pure se occasionalmente, penso metta semplicemente un blocco di cemento alle nostre ali che se libere potrebbero permetterci di volare verso nuovi cieli.

Quello è il legame che mette radici più in profondità di tutti. Psicologicamente non siamo proiettati verso un cambiamento, se lo manteniamo. Dal punto di vista di ciò che attiriamo, di ciò che ci capita, semplicemente non si verificherà un nuovo incontro realmente proficuo, un incontro che porti davvero a una nuova relazione. C’è una barriera energetica che ci separa dal nuovo. Magari incontriamo una persona che non ricambia i nostri sentimenti, o ci auto sabotiamo “non vedendo e non riconoscendo” il nuovo che abbiamo di fronte a noi. E a distanza di tempo ci chiederemo come abbiamo fatto a non coltivare quel nuovo incontro, perchè ci siamo tirati indietro. Semplice. C’era un gancio emotivo ma soprattutto energetico con la vecchia relazione. O magari non incontriamo proprio nessuno che ci interessi, che ci faccia provare una emozione tale da decidere di conoscerlo meglio. Non credo importi tanto “come non avviene”, ma di fatto sarebbe come sperare di svincolarsi e correre via da una persona a cui siamo legati troppo saldamente, avete presente.. i carcerati che lavorano nei campi, che sono legati a due a due con catene alle caviglie? Nessuno dei due può allontanarsi dall’altro e andare via. Serve la chiave per liberarsi. La chiave ovviamente è dentro di noi, e il primo passo per trovarla è lasciare andare l’altro con l’intenzione, coi pensieri, con le parole, e sopratutto coi fatti. So che esistono le eccezioni, almeno in apparenza lo sono. Capita di passare da una relazione in dirittura d’arrivo ad una nuova ed essere anche molto felici: ma in quel caso credo serva la prontezza di accogliere il nuovo e lasciare il vecchio, e se siamo ancora legati al vecchio questo è molto più difficile (ok, non impossibile). E’ il nostro essere disposti profondamente a cambiare che fa sempre la differenza; è il nostro processo interiore di elaborazione di quel dolce-amaro accommiatarsi, ormai accettato, che scioglie energeticamente ed emotivamente il legame. A volte avviene e basta, e va bene così. L’occasione di cambiamento l’universo magari ce la manda pure, ma per coglierla dobbiamo pure vederla però, e trovare anche il coraggio per farlo. Restare ancorati più o meno intensamente alla vecchia relazione, ci ostacola, ci mette una benda sugli occhi e ci toglie coraggio, più o meno intensamente a seconda del tipo di legame, a seconda del tipo di gancio che stiamo mantenendo.

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