L’arte del lasciar andare. Lavoro

Lasciar andare. Di vitale importanza al fine di creare una realtà su misura per noi.

Spesso sottovalutiamo quanto le nostre emozioni, le nostre azioni, le nostre abitudini, ci leghino energeticamente a ciò che non funziona.

E se, per quanto riguarda le relazioni, anche la psicologia ci dice ad esempio quanto sia difficile trovare un nuovo amore se siamo ancora legati alla vecchia relazione, per quanto riguarda il lavoro invece credo esista meno consapevolezza di quanto sia importante chiudere con il passato.

La mia esperienza recente mi porta a parlare di questo, visto che ho preso la decisione, lungamente attesa e travagliata, di accettare solo condizioni di lavoro professionalmente appropriate. In realtà decisi già da tempo di non accettare di lavorare a condizioni economiche ambigue o non soddisfacenti, e anche di evitare le situazioni in cui sentivo “puzza di manipolazione” da parte del datore di lavoro o del collaboratore di turno (nello specifico sto parlando della mia professionalità come insegnante di yoga). Recentemente ho deciso di non collaborare più nemmeno con i centri dove, per quanto i proprietari siano corretti e professionali, le condizioni ambientali per svolgere le lezioni non siano ottimali. Ho infatti chiuso, anche molto cordialmente e me ne rallegro, il rapporto con le palestre dove insegnavo yoga nel medio campidano. Fondamentalmente, in una si sentiva la musica provenire dalle sale vicine, nell’altra c’era troppo freddo d’inverno. Ora attendo di vedere come si evolverà la mia situazione lavorativa in generale.

Il fatto è che da tempo mi rendevo conto di quanto queste condizioni fossero in parte frustranti, e il mio ragionamento mi ha portato a decidere, pensando che sia energeticamente difficile, o forse impossibile chissà, attrarre nuove opportunità completamente appropriate se prima non chiudevo con le situazioni che di fatto mi frustravano. Il dispendio energetico in quel caso era eccessivo, per me. Per quanto fossi contento di poter insegnare in dei paesi dove nessuno insegna yoga kundalini, per quanto le persone seguissero e vedessi quanto li faceva bene, di fatto credo che mi costasse troppe energie “nel mio bilancio energetico settimanale”. Mi rendevo conto di come ad un certo punto fare lezione in quelle condizioni abbia iniziato a portarmi più frustrazioni che benefici. E di conseguenza uscendo dalla lezione, sempre più spesso mi sentivo scarico. Le persone stavano pure bene, ma evidentemente mantenere la concentrazione e l’energia del gruppo (e anche questo aspetto va considerato) in un ambiente così distante dalla mia vibrazione, mi costava un impegno energetico sproporzionato.

Purtroppo un ragionamento comune a molti, anche a coach, psicologi o esperti nel settore della crescita personale, è il seguente: “certo, dovresti lasciare il lavoro che non ti soddisfa, sicuramente starai meglio e avrai più energia dopo, visto che lo trovi così frustrante; ma nel frattempo tieniti il sicuro, cerca, telefona, sonda nuovi terreni, forza le cose, impiega i tuoi sforzi e suda sette camicie per trovare nuove occasioni, attivati…”. Statisticamente dopo un po’ troverai la nuova occasione e potrai lasciare il vecchio? Bhe pare che il modo di creare la realtà di un essere umano nella nuova energia non sia esattamente questo. Non segue esattamente la statistica. Anzi.

Se rimango nel vecchio centro, del quale alcune cose proprio non mi soddisfano e mi frustrano, su quale vibrazione rimango? Frustrazione. Insoddisfazione. E come posso pensare di attrarre qualcosa con una vibrazione differente da questa finchè io stesso vibro così? Se mi va bene non attirerò altro, così almeno non si avvieranno nuove situazioni frustranti, perchè finchè la vibrazione è quella, difficilmente il nuovo sarà appagante. O anche, le nuove occasioni buone che appaiono all’orizzonte, svaniscono in fretta perchè non ho energia per sostenerle: le altre attività, che mi causano frustrazione, mi tolgono troppo dal mio bilancio energetico.

Per carità, esistono le eccezioni. Infatti ciò che conta, alla fine, è il processo interiore che si fa. Ci sono da tenere in considerazione tante variabili secondo me, ad esempio se un padre di famiglia con impegni finanziari impellenti volesse cambiare lavoro, bhe la cosa è diversa che nel mio caso. Ma anche li, se siamo ingabbiati in un lavoro che non ci soddisfa ma ne siamo legati finanziariamente in maniera fondamentale per la nostra sopravvivenza, si attiveranno senza dubbio altri tipi di coincidenze, altri tipi di circostanze. “Creeremo” senz’altro quei piccoli miracoli, attireremo quelle condizioni date da coincidenze e sincronicità adatte a fare una transizione “finanziariamente” indolore. Magari una vecchia zia ci lascerà una casa in eredità e potremo disimpegnarci dal vecchio lavoro per costruire meglio, e con calma, la nostra nuova situazione lavorativa. Ma nel frattempo serve aver iniziato almeno a “vibrare” nella direzione del nuovo. Che so… facendo un corso di formazione, o qualche piccola azione… Ogni caso è, naturalmente, a se stante. Io oggi ho riportato la mia esperienza, e consapevolmente osserverò se qualcosa prossimamente si muoverà, sul piano lavorativo (e finanziario). Insomma ho voluto raccontare in diretta un “esperimento” di vita, lavorativo, e quindi ovviamente energetico, che sto facendo. Vediamo come va, vediamo se ho azzeccato il punto, questo particolare punto di questo particolare momento… che 1 anno fa poteva essere diverso, così come lo sarà di sicuro tra 5 anni. Spero sarà utile aver raccontato questo tentativo di auto osservazione, in fondo quando facciamo esperienza e prendiamo decisioni stiamo comunque “registrando” come funziona l’energia, acquisendo informazioni preziose sul nostro modo di creare la realtà, e in questo non ci sono mosse davvero giuste o sbagliate in termini evolutivi, perchè quando impariamo cosa non funziona, gettiamo le basi per comprendere meglio cosa funziona.

 

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