Entità non fisiche: 3 tipi di comunicazione non convenzionale

Vedo da moltissimi blog, anche che trattano argomenti di yoga, meditazione, psicologia, che ormai va quasi di moda mettere titoli con una sorta di scaletta come “le 7 cose da non perdere” o “le 23 cose che devi assolutamente sapere” ecc ecc.. Ci sarà senz’altro un motivo, uno studio di psicologia/marketing sul come un titolo del genere attiri maggiormente l’attenzione: francamente non sono molto informato su questo. La mia è un po’ una provocazione, con il sorriso naturalmente, e con benevolenza, e ridacchio sotto i baffi chiedendomi chissà se molti saranno invogliati a cliccare su questo articolo vedendo il numero, vedendo l’elenco… anche se forse il tipo di elenco da me proposto nel titolo potrebbe non proprio incoraggiare, nei più, l’apertura del link.

Approfitto anche di questo spunto per dire due parole sul mio blog. Scrivere gli articoli è diventato ormai per me un rituale quasi sacro, un momento in cui provo a entrare dentro di me per lasciar fluire ciò che profondamente sento di voler esprimere. Il senso di tutto questo ha un risvolto senza dubbio creativo, poiché una parte della mia personalità particolarmente creativa “deve” emergere affinchè avvenga il processo della scrittura. C’è anche il risvolto di comunicazione e marketing, e non ci vedo nulla di male ovviamente, anzi aiutati che Dio ti aiuta (importanza della giusta azione per attivare la legge dell’attrazione): come operatore in ambito olistico credo che il blog sia per me una vetrina per il mio pensiero e per le credenze che mi spingono al mio lavoro, che in fin dei conti è di aiuto alla persona.

Però qui nel blog, il risvolto a mio avviso più interessante (e legato alla “comunicazione” non convenzionale, tema dell’articolo) è come vengono fuori i temi e lo sviluppo degli articoli. Già dall’inizio della giornata in cui scrivo o dal giorno prima, il mio intento è quello di iniziare a “comunicare” con i lettori futuri: il tempo, ormai si è capito, è circolare, e nel cercare l’argomento e lo sviluppo del tema del nuovo articolo che ho intenzione di scrivere, provo a connettermi con la “coscienza collettiva”, potremmo dire, dei futuri lettori dell’articolo e del blog (senza sapere ne chi siano, ne avere visioni, tutto solo a livello intuitivo). Mi pongo in una condizione interiore di ascolto, in modo da far si che emerga ciò di cui “è più utile” parlare. Ovviamente non potrei parlare di qualcosa che non so o che non conosco almeno in parte, per cui tutto ciò avviene nell’ambito delle conoscenze già in qualche modo note alla mia mente razionale, anche se può essere che da questo intento che pongo al servizio degli altri emerga qualche intuizione che alla mente conscia ancora non era ben chiara: quindi è un processo utile anche per me stesso, come se scrivere per gli altri mi desse maggiore accesso ad una mia fonte di saggezza profonda, e a fare quella maggiore chiarezza interiore su certe tematiche che a me in primis può essere utile, per il mio percorso personale. Chiedo anche l’aiuto delle mie guide incorporee: quindi credo che ci sia anche il loro zampino, solo nel senso che mi sostengono, come dei “facilitatori” della mia scrittura, insomma credo che anche da lì, qualche ispirazione arrivi (non sto parlando di canalizzazione). In realtà sono convinto che moltissimi che scrivono di questi argomenti, o più in generale che scrivono con l’intento di essere utili a qualcuno, utilizzino, seppur in modo inconsapevole, questo processo multidimensionale: io semplicemente provo a renderlo maggiormente intenso (e spero efficace), portandoci la consapevolezza. In tutto questo, ovviamente, ritengo che non sempre lo scrittore riesca a mettere un filtro al proprio Ego, per quanto l’intento sia puro e di luce. Per cui ne approfitto per chiarire come la penso riguardo al prendere come oro colato qualsiasi cosa leggiamo, scritta da chi che sia: a tutti, anche a quelli che appaiono più saggi, può succedere a volte di prendere delle colossali cantonate (me compreso, ovviamente)! Lettore avvisato mezzo salvato… miei lettori compresi riguardo ciò che scrivo qui sul blog.

Ma veniamo al dunque. Direi che la modalità di comunicazione non-convenzionale ( in realtà la parola più appropriata sarebbe multidimensionale) funziona a grandi linee come per me funziona la comunicazione nel tempo circolare con i miei cari lettori futuri. Tutto parte dall’intento. Attraverso l’intento, passando per un processo che comunque prevede di entrare in una condizione per lo meno di silenzio mentale, se non di meditazione o di trance, è possibile comunicare con altre dimensioni della coscienza, e siccome siamo collegati a livello multidimensionale, in teoria è possibile stabilire almeno un contatto “intuitivo” con entità fisiche nel futuro (come sostengo di riuscire a fare scrivendo), così come con entità esistenti in dimensioni non fisiche (e qui non ha molto senso parlare di tempo lineare, non ha molto senso dire che esistono nel presente, poiché esistono in altre dimensioni che prescindono dal tempo, e nelle quali in realtà esiste anche una parte di noi stessi).

Il primo tipo di comunicazione è proprio quello con le guide incorporee: ognuno di noi, esistendo anche in altre dimensioni, ha la possibilità di mettersi in contatto con le proprie guide. Si tratta di entità di luce che ci stanno vicine per facilitarci, assisterci e aiutarci nel nostro percorso evolutivo nella vita fisica. Non sono mai le stesse per tutti, si tratta a volte di entità che sono state tradizionalmente definite Angeli, Santi, maestri ascesi, e tanti altri ancora. Non ha troppa importanza il nome che gli diamo (anche se per la nostra comprensione 3D in parte ne ha), ciò che conta è mettere l’intento di comunicare con loro, di ricevere un messaggio, invitandoli nel nostro mondo interiore. Senza invito infatti le guide non si fanno sentire. Tutto ciò che le riguarda è sempre non invasivo, non presentano mai una manipolazione, non portano messaggi con obblighi o con ciò che “si deve” fare. Il messaggio è sempre di amore, con finalità evolutive per noi stessi. Può essere un’intuizione. Come contattarle: a ognuno la sua scelta, tramite la meditazione, tramite il raggiungimento di stati alternativi di coscienza, trance, ipnosi, per molti anche mettere l’intento di avere una comunicazione nel sonno e nei sogni con le proprie guide incorporee è molto efficace.

Il secondo tipo di comunicazione che vorrei presentare è quello con i nostri Sè probabili. Partiamo dal presupposto che tutto nell’Universo è coscienza. Anche il pensiero ha una sua esistenza ed evoluzione una volta che scaturisce dalla nostra mente, così come il nostro intento e il nostro desiderio. Desiderio e pensiero, nella vita 3D e nel tempo lineare, ci portano a fare delle scelte. A volte ci troviamo davanti delle scelte importanti, che presentano una forte carica emotiva, sentimentale ed evolutiva. Ogni scelta che non facciamo, ogni strada che non prendiamo, presenta una propria carica emotiva, ed essendo composta di desiderio e pensiero (ma non azione, poiché non è stata messa in atto), esiste comunque anche se non la abbiamo manifestata. Esiste in altre dimensioni. Le scelte non fatte, che fossero appropriate o meno per il nostro percorso, danno luogo all’esistenza dei nostri Sè probabili: potremmo definirli una proiezione di noi stessi, delle nostre personalità che non esistono sul piano fisico ma che sono alimentati dall’energia delle nostre scelte non fatte, che però erano appunto “probabili”, e che proseguono un’esistenza potremmo dire “parallela” alla nostra. Essendo inquadrati nell’ambito del tempo circolare, esistono sia dei Sè probabili che si sviluppano dalle nostre scelte non fatte nel passato, sia dei Sè probabili futuri, legati alle scelte ancora non fatte. Perchè ci può essere utile contattarli? Potremmo per esempio mettere l’intento di comunicare con un nostro Sè probabile riguardo una scelta importante che siamo in procinto di fare. Mettendo l’intento di contattare il nostro Sè probabile che porta la carica emotiva ed energetica di una particolare scelta sulla quale stiamo facendo una valutazione, possiamo per lo meno “percepire” o avere qualche messaggio, intuizione o maggiore consapevolezza, su come il nostro percorso possa proseguire seguendo i potenziali di quella scelta particolare.

Il terzo e ultimo tipo di cui parlerò oggi, è la comunicazione ed il contatto con l’energia dei luoghi. Ogni luogo, ogni ambiente ha una sua energia. Ogni luogo ha una sua coscienza ed è un’entità non fisica, e il vissuto delle persone che lo hanno popolato o abitato, le esperienze che li si sono vissute, le emozioni che sono state provate, i fatti accaduti, contribuiscono alla sua evoluzione e modificano la sua energia. Diciamo che il pianeta Terra stesso è un’entità di coscienza, e forse i vari luoghi possono essere considerati frammenti di coscienza dell’entità Pianeta Terra? La cosa rilevante è che sono comunque entità con un proprio percorso evolutivo, e che in qualche modo interagiscono con noi. Abbiamo una relazione profonda, anche se spesso inconsapevole, ad esempio con l’entità-casa in cui abitiamo. Pensiamo ai luoghi che maggiormente frequentiamo, o i luoghi sacri che visitiamo: ognuno di loro ha un suo trascorso, una sua esistenza e una coscienza in grado di interagire con la nostra, di aiutarci nel nostro percorso se ci poniamo in ascolto e mettiamo l’intento di comunicare.

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